venerdì 21 agosto 2015

Dedicato a Violeta Parra

Quel giorno faceva molto caldo, il giorno in cui Violeta aveva deciso di rappresentare il suo cuore. Quel giorno Violeta riordinò il suo teatro e vi fece entrare tutta la luce possibile, era un giorno importante, quello in cui doveva cantare tutto quanto aveva amato, quel tanto che la inondava ogni giorno, che le abbagliava la vista del quotidiano, che la spingeva alla ricerca di nuove strade, quelle strade dal profumo di Paradiso. Violeta vide dinanzi a sè tutti i suoi amici, i suoi famigliari, tutte le persone amate e intonò "Gracias a la vida"! Chiuse gli occhi e mise tutta la sua passione, pensò all'unico uomo che aveva amato a cui aveva dato tutta se stessa: il suo presente, il suo passato, i suoi progetti per il futuro. Pensò ai suoi figli, ricordò le sue opere, la sua infanzia fra i campi. Tutta si diede in quell'attimo di gioia e gratitudine, cantò con l'anima e con il corpo e in quella fusione le parve di vedere il creato con tutte le sue creature e di poterle tutte contenere nel suo cuore. Aprì gli occhi, lì, nel suo palco, che era la sua casa, ma non c'era nessuno. Il suo cuore colmo si chiese dove fosse l'amore della sua vita, dove i suoi amici, i suoi estimatori? Pensò alla sua terra e alla sua infanzia così sofferta e il suo piccolo cuore si strinse in una morsa che parve soffocarla. Chi avrebbe accolto tanta vita? Chi avrebbe ascoltato le sue belle parole? Credette che quel momento fosse eterno, fosse vero, fosse sempre, fosse l'ultimo e in quell'istante raccolse tutta la solitudine della sua vita e non vide che quella, troppo per il suo grande e fragile cuore. Così Violeta disse addio alla vita, la vita che lei aveva amato con tutto il suo cuore, ma dalla quale si sentì tradita. E la vita non le ha resistito e l'ha accolta nel suo grembo senza mai più restituirla al mondo.