sabato 31 agosto 2013

Lo scolaro

Corre lo scolaro verso la fine dell'anno, conta i giorni, le ore che lo separano dalla liberazione, conta gli anni che annunciano il termine di un percorso obbligato. Suda lo scolaro per ottenere la sufficienza, piange perché, nonostante i suoi sforzi non gli hanno riconosciuto l'eccellenza, si riposa lo scolaro prima dell'ultima battaglia per la conquista della promozione, impreca, gioisce, si sforza di non addormentarsi sui libri, prega che il mondo non gli crolli addosso dopo una sconfitta, si piega e si rialza, dopotutto perdere una battaglia non è perdere la guerra...qualcosa l'avrà pure imparata da quei benedetti libri! Così arriva la fine, tutto scorre, dice Eraclito, tutto arriva e tutto passa dice la nonna e lo scolaro, ormai adulto si guarda indietro. E quel giorno agognato, in cui tutto finisce, quando finalmente può stringere fra la mani il suo pezzo di carta, capisce di essere felice, ma non per il traguardo raggiunto, o perlomeno non solo per quello: è felice perché la sua sofferenza di fronte alle difficoltà, le incomprensioni, i soprusi come gli aiuti, hanno fatto di lui l'uomo che è oggi, nel bene e nel male. Lo scolaro che non si è arreso, quello che invece non ce l'ha fatta, quello che ha raggiunto l'eccellenza, hanno qualcosa in comune: hanno vissuto!

sabato 17 agosto 2013

L'universo

Quattordici miliardi di anni fa, Dio pose il dito in un punto e lì nacque l'universo. Fu un'esplosione così grande che ancora oggi fa eco nell'immensità. La materia prese a danzare e si aggregò a formare le stelle, che a loro volta si unirono in famiglie, le galassie e queste accolsero nelle loro grandi braccia i pianeti. In un concerto che si dispiega nell'infinito, l'universo continua ad espandersi  in memoria di quel gesto d'amore che restò impresso nella più piccola particella fino alla più grande costellazione. Ancora, il Creatore, in un piccolo pianeta invisibile, si dilettò a immaginare la vita e alla creatura più bella regalò l'anima. Per rendere gioioso il giorno illuminò il cielo con una stella immensa: il sole. Affinché la notte non fosse troppo buia e l'uomo non perdesse la speranza donò alla terra un satellite: la luna. Per far comprendere all'umanità il suo folle amore circondò il globo di altri pianeti, ma in nessuno di questi pose la vita, perché amò talmente l'uomo che non gli sembrò sprecato tutto l'universo solo per lui, anzi rappresentava bene il paradosso del suo amore. L'uomo si accorse di esistere e invece di lasciarsi attirare dal richiamo del suo Autore, spinto dal desiderio di conoscere, si allontanò e creò a sua volta un mondo, che, in verità non gli è venuto tanto bene. Ma nell'universo niente è per sempre,  un giorno il sole si spegnerà,  e il buio e il freddo geleranno la terra. In verità la fine arriva  per tutti gli uomini, ma questi non ci pensano per la memoria che conservano dell'eternità e per l'illusione che la stessa gli appartenga. C'è anche chi crede che farà ritorno in quel punto in cui si è originato l'universo, dove potrà finalmente abbandonarsi fra le amorevoli braccia del suo Creatore: per quest'uomo ogni giorno è un passo che lo avvicina alla sua origine e le stelle, i pianeti, le asteroidi, le meteore, tutto gli parla dell'infinito amore del suo Dio. Ma per ognuno l'universo canta e suona e danza senza sosta da quell'esplosione d'amore per tutta l'eternità, nel cielo infinito e nel suo cuore.