mercoledì 24 febbraio 2016

Danza di primavera

All'alba di un giorno di primavera il sole si alzò nel cielo radioso come non mai e felice di scaldare la gelida aria della notte con i suoi raggi benefici. Generosa la stella più grande del nostro cielo, espandeva il suo tiepido calore fra le nubi colorandole di un rosa aranciato. La terra baciata dal sole si beava nel tepore dell'alba e si lasciava avvolgere dal tenue calore dei tiepidi raggi. Il sole ammirava la terra e come un pittore la dipingeva di colori che si accendevano al suo passaggio lieve di un giorno di primavera. Era una danza di sguardi senza precedenti, fra la stella più luminosa e il pianeta azzurro, denso di atmosfera. La notte incalzava e la terra si apprestava al torpore del sonno nel gelo della notte senza luce. Coraggioso il globo affrontava la notte da miliardi di anni e aveva imparato ad attendere fiducioso il nuovo giorno per incontrare l'amata stella e lasciarsi avolgere dal suo radioso manto. Dopo quel giorno di primavera così lieve e appassionato, il sole cominciò a roteare nel cielo e a danzare per l'amata terra e questa rimase stupita da tanta grazia. Non era più abitudine l'avvicendarsi del giorno e della notte, ma attesa e abbandono fiducioso. Il vortice della passione accendeva ogni giorno più il nucleo dei due ed il sole incorse in una tempesta che avvolse la terra con un bagliore sì intenso e colorato da lasciare stupita l'umanità intera. Il magma scoperchiò le vette dei vulcani e la terra s'accese tutta, anche di notte, in un delirio di luce. I due corpi s'intrecciarono fino ad essere confusi, non si distingueva il verde delle foreste o l'azzurro dei fiumi, nè il bianco dei poli e il colore eburneo della notte. C'era una luce diffusa e un bagliore accecante, che spaventò la terra riarsa la quale non si riconobbe. "Ti prego, mia stella, spegni i tuoi raggi furiosi, prima che io sia assorbita dal tuo generoso calore. Se non avrò la notte non sentirò il giorno che incalza, se non ci sarà il buio e il freddo, come potrò apprezzare il tuo calore, dove l'attesa di un novo giorno se mi avvolgi con il tuo impeto". Il sole l'amò ancor più, perchè prima di allora non aveva compreso le sue fragilità e allentò la presa dei suoi raggi travolgenti. Quale gesto d'amore più grande di quello di imparare a leggere nel cuore dell'altro, quale luce più avvolgente di quella tra due sguardi innamorati, qual dono più grande di quello di sè all'altro, nell'anima sempre candida e nel corpo segnato dalle ferite del tempo, ma che rinasce ogni giorno fra le braccia dell'amato.