Un giorno di qualche anno fa, Dio abbassò lo sguardo verso la
terra e notò, in un angolo disperso nell'immenso pianeta una donna che, china
sulle ginocchia, strofinava il pavimento con un panno. La folta chioma ramata
le copriva il volto, ma delle goccioline d'acqua le segnavano il viso e
scivolavano ritmiche sulle piastrelle del pavimento. "Donna, perché
piangi?". La giovane ignorò il richiamo del Signore e continuò a raschiare
il pavimento... "Perché non mi rispondi?". Lei continuò le sue
faccende fino a sera e quando si stese sul letto, le piccole gocce d'acqua
ripresero ritmiche a segnarle il volto. Dio non tollerò la vista di quel
dolore sordo e il giorno dopo volle farle un regalo. La donna si svegliò e
sulla ringhiera del suo balcone scorse un pettirosso che per tutta la mattina
cantò al ritmo delle sue lacrime. La sera, quando la piccola donna si stese sul
letto, si sentì rincuorata per aver avuto la compagnia di un così dolce
uccello, ma, non appena chiuse gli occhi, le goccioline d'acqua ripresero a
segnare il suo volto. Dio si dispiacque, forse non aveva gradito il suo dono e
il giorno dopo la richiamò "Piccola perché piangi?", ma la dolce
ragazza non rispose, così il Signore volle superarsi e le fece un dono più
grande. Quando la fanciulla si svegliò trovò oltre la finestra un’alba senza
precedenti: il cielo era striato di rosso e da piccole feritoie si intravvedeva
l’azzurro. La giovane sollevò lo sguardo verso il cielo e si lasciò
inondare da quella luce variopinta, ma di lì a poco tornò alle sue faccende e,
a mano a mano che le ore passavano, il suo viso tornava e bagnarsi di lacrime. “Piccola
e inconsolabile creatura, domattina ti strapperò un sorriso, quanto è vero che
sono il tuo Dio”. La mattina a seguire, sul davanzale della cucina, dove sostavano
dei piccoli vasi ricolmi di terra, la piccola fanciulla trovò alcune violette,
seminate da tempo, ma mai sbocciate. Non poté fare a meno di scoprire i bei
denti bianchi per lo stupore, ma ben poco durò quell'emozione. "Che cosa
fare con te, piccolo cuore autunnale?", ma il suo Dio non si arrese, non Gli
bastava la breve emozione di un sorriso, voleva renderla felice! La giovane
lavorava piccole sculture di creta, che aveva nel tempo accumulato nello
scantinato. Il Dio le suggerì l'idea di metterle in vendita, per raccogliere un
po' di soldini che le avrebbero permesso di dedicarsi un po' più a se stessa e magari
farsi aiutare in casa nelle mansioni domestiche. La piccola donna non fece in
tempo a disporre sulla panca presso il mercatino rionale i suoi piccoli
oggetti, che questi andarono venduti e la piccola tornò a casa con la sacca
piena di spiccioli. Così prese a creare vasi colorati, oggetti da tavolo e
quant'altro le permettesse di realizzare una somma tale da farsi aiutare in
casa. Più fiera, ma pur sempre triste, la piccola donna continuava il suo
cammino e il suo Dio le metteva dinanzi ogni sorta di bene. Trascorso un po' di
tempo, la piccola comprese l'arcano e sollevò gli occhi verso il cielo, dove
sapeva essere il suo Dio e gli disse "Perché fai questo per me? ... Ma non
riuscì a dire altro perché un fiume di lacrime le impedì di parlare e quel fiume
non cessò che dopo giorni... "Piccola non sei felice?", ma la
fanciulla non riusciva a rispondere perché le bastava sollevare lo sguardo per
riprendere a piangere..."Piangi, piangi pure piccola creatura infelice,
almeno non piangerai più da sola, ma lo farai insieme a me ". Passarono i
giorni, le settimane e i mesi, finché la piccola esaurì le sue lacrime e
finalmente poté parlare al suo Dio... "Signore, tu mi hai chiesto cosa
puoi fare per rendermi felice ebbene io desidero venire da Te, che, unico, hai amato me, misera creatura". "Mia piccola, non sei ancora
matura per raggiungere il tuo Dio, vuoi forse donare un frutto acerbo al tuo Signore?"...
"Allora sarò infelice, perché non desidero che stare con Te, ti supplico,
vienimi a prendere!"... "Non tentarmi bambina mia, ma poiché insisti ti
farò un dono grazie al quale desidererai restare ancora un po', finché il
frutto non sarà maturo". La piccola fanciulla non poté credere che, per la
prima volta, il suo Amato le negasse qualcosa, proprio ora che si era decisa a
rispondergli!". Il suo Dio non le fece avvertire la sua presenza per un
po' e la giovane donna si sentì persa e, se prima era infelice, ora era
angosciata, tuttavia non smarrì quel filo di speranza, che poi è certezza, che
il suo Signore non l'avrebbe lasciata insoddisfatta. Fu così che conobbe
l'Amore, quello terreno, a immagine e somiglianza di quello divino, e si sentì
una sola cosa con l'amato e l'Amore che spirava da loro e che ella, ogni giorno
restituiva al suo Dio. Un'eco d'amore infinito la legò ogni giorno di più al
suo Dio, cui la giovane rivolgeva sospiri di riconoscenza infinita per il
prezioso regalo che aveva voluto donarle... la felicità.