giovedì 25 aprile 2013

Il guerriero 2

Il guerriero ritorna a casa, dopo l’estenuante battaglia e si osserva: il suo corpo è lacerato e ferito, le unghie dei piedi sono spezzate e livide, non riesce a distendere le dita della mano, la pelle si è cicatrizzata male e ha creato dei cordoni che gli hanno fatto perdere la sensibilità. Il suo viso è smagrito e irreversibilmente piagato dalla disidratazione patita. Le gambe sono forti e robuste, come le braccia. Egli ha acquisito le fattezze di uomo, non è più il giovane soldato in cerca in se stesso. Ora è un uomo che ha perso se stesso. Una lacrima silente gli scende sulla guancia e gli bagna le gote, e poi un’altra lacrima e una lacrima ancora...Cosa gli è rimasto di tanto ardore? Solo e irriconoscibile, si ferma a riflettere. Ricorda le ore passate nel fango, le cadute,gli orrori, il dolore, le bassezze compiute dall’uomo a causa della sua fragilità. Ripensa al momento in cui ha dovuto implorare il suo nemico, le umiliazioni, la fame, la sete...di giustizia. Una morsa allo stomaco gli porta un conato, desidera esprimere il suo risentimento, gridarlo al mondo intero, ma non vuole precipitare, dopo tanta fatica, nelle braccia dell’odio. Così, ancora una volta cerca dentro di sé, tra le macerie del dolore, quella spinta che viene dal cuore e che lo ha sempre risollevato, una ragione che non sa spiegarsi, che lo ha mosso ad andare avanti con gioia ed entusiasmo nonostante tutto, quel sentimento che ha il volto di Colui che ingiustamente trucidato dal mondo, risorge, ogni giorno nel cuore dell’uomo. Così il soldato comincia ad amare quel dolore, quelle piaghe che segnano il suo corpo, perché oltre il vuoto del mondo che lo ha rinnegato, ha scoperto l’Amore.