sabato 22 giugno 2013

La vita vera

Vola una farfalla e, tra i petali colorati, scorge la bruna terra. Da quell’istante non le bastano più i profumi, non i colori, non il polline saporito… la terra umida la chiama ed ella, sedotta, non può resisterle, così stringe le ali e si abbandona alla caduta libera. Non un ripensamento, ma solo il desiderio la conduce. - Ho conosciuto il cielo e le nubi, i rami e le loro foglie, i fusti e i loro fiori. Ho volato in compagnia di uccelli ed altri insetti, ma la terra, non l’ho mai toccata, non ho mai sentito la sua polvere appesantire le mie ali, il suo calore in estate, il suo profumo in autunno….- Così, in men che non si dica, approda sul brulicante suolo. Una morsa le stringe il cuore, è un’emozione di gioia, paura, speranza… sente le zampe sprofondare nella terra e un peso mai avvertito prima. Si guarda intorno, è sola, anzi, l’unica farfalla. Avverte un formicolio sulle esili zampette, le formiche la attraversano e animali giganti la sfiorano: premendo i loro zoccoli pesanti sul terreno provocano rumori assordanti, vibrazioni insostenibili - Ma non era questa la terra che avevo immaginato!- pensa la spaesata farfalla. Cerca di spostare le zampette appesantite dal terriccio, si aiuta con le ali e finalmente riesce a compiere i primi passi. Mai pentita, ma con una serie infinita di domande, si appresta a terminare la giornata tanto lunga ed intensa… poi si appisola sotto una foglia ingiallita e sogna, sogna il suo cielo azzurro, i fiori variopinti…, quando una goccia d’acqua, pesante come cemento, si abbatte sul suo giaciglio, dopo infinite gocce la sua foglia diviene una zattera che, sbattuta dal vento, la sospinge di qua e di là. Le sue ali, che un tempo la conducevano ovunque desiderasse, sono zavorra ed ella cerca in tutti i modi di liberarsene, ma poi sfinita, si lascia andare ad sonno inquieto… I primi raggi di sole la risvegliano, le ali sono asciutte, sbiadite, ma leggere, come una volta. La farfalla ascolta gli uccelli che cinguettano a prima mattina e fa la scorta di quel dolce canto. Del polline misto a fango giace sul terreno ed affamata lo raccoglie. Potrebbe, ora o mai più, tornare a librarsi nell’aria, ma la terra… la terra, ha un richiamo senza pari, il suo profumo, i suoi rivoli trasparenti, i suoi eccessi, la fanno sentire viva… ed è già ora del tramonto. Le ore passano e la farfalla ha terminato il suo percorso. -Non potrò mai possederla tutta la vita, perché è già ora di salutarla!...ma allora, la vera vita, dov’è?- Proprio un attimo prima di donare alla terra il suo ultimo respiro, comprende, ormai serena, che la vera vita è nel suo cuore ed è lì che resterà per sempre.