venerdì 6 settembre 2013

Il grembo della terra

O terra, meravigliosa terra, dalle verdi chiome alberate, cosparsa di inebrianti profumi e dipinta di vivi colori, chi ha maledetto il tuo grembo che accoglie le spoglie dell'uomo ed ivi lo seppellisce? Il tuo richiamo come canto di sirena lo trascina nel fondo del tuo ventre, i tuoi caldi abbracci come tempesta di sabbia sferzano le sue stanche membra. Dove ti posi tutto diviene informe, non c'è pace né amore; godi silente del grido disperato dei tuoi figli. Come osi chiamarti madre tu che rigetti i tuoi figli quando divengono uomini e li accogli quando assumono la consistenza della polvere! Eppure sei stata creata per generare la vita, dove sono le tue opere, dove le tue creature? Sono forse le ombre della notte? Sono i gemiti nell'oscuritá? Non così ti volle l'Altissimo, ma humus fecondo dal quale nascessero gigli e alberi dai frutti succosi. Ed ora sei divenuta sterile, a nulla serviranno le tue preghiere, non un seme é sopravvissuto alla tua brama. Eppure per chi ti ha amato e tu hai rinnegato, o terra bruna, esiste ancora un luogo non lontano dal sospiro di Dio, dove riporre la speranza, che, seppure non si é conosciuto il tuo amore, la vita continua come lussureggiante foresta e questo posto é il cuore.